“Il 22 agosto 1864 è la tappa sostanziale per la nascita dell’umanitarismo moderno. Una data di capitale importanza per le donne e gli uomini della Croce Rossa: viene firmata, infatti, da 12 Stati europei, la Prima “Convenzione di Ginevra per il miglioramento delle condizioni dei feriti delle forze armate in campagna“. Il documento, ispirato dalle idee e dall’azione di Henry Dunant, getta le basi del diritto internazionale umanitario contemporaneo (DIU), stabilendo regole universali per la protezione delle vittime nei conflitti, l’obbligo di estendere senza alcuna discriminazione le cure a tutti i militari feriti e malati, il rispetto del personale medico, del materiale e delle attrezzature sanitarie attraverso l’emblema distintivo della Croce Rossa, fondata un anno prima. Troppo spesso le emergenze e le loro vittime diventano invisibili o dimenticate del tutto. Questo è un fenomeno preoccupante, soprattutto perché le crisi umanitarie stanno aumentando di numero e diventano sempre più complesse e protratte.

Il conflitto tra la Prussia e la Danimarca che scoppia nel febbraio 1864, in occasione del quale agiscono per la prima volta le nascenti Società Nazionali di soccorso, evidenzia le difficoltà frapposte dai governi al loro operare, ostacoli che possono essere superati solo attraverso l’assunzione di un serio impegno da parte degli Stati circa la protezione da assicurare al personale ed alle strutture destinate alla cura dei feriti. Il riconoscimento ufficiale dell’attività delle Società di soccorso deve quindi avvenire mediante la conclusione di un trattato internazionale.  Il governo svizzero convoca, l’8 agosto 1864, una Conferenza diplomatica alla quale partecipano i rappresentanti di 16 governi, compresi gli Stati Uniti. Nasce così la Prima Convenzione di Ginevra.

Il documento, tra le altre cose:

Assistiamo ancora oggi – purtroppo – a tanti scenari e contesti, lontani ma anche molto vicini, in cui le violazioni del DIU sono all’ordine del giorno e continuano a rappresentare uno dei problemi più gravi per la protezione dei civili e per quella degli operatori umanitari e del personale medico. Salvare vite umane non dovrebbe mai costituire reato né avvenire a costo della propria vita“.

Lo ha scritto il Presidente Francesco Rocca sul sito ufficiale www.francescorocca.eu