Mia, Alvin, Camilla, Teo e Frozen sono i cinque cani di alcuni volontari della Croce Rossa di Ascoli pronti ad individuare persone vive sotto le macerie in caso di calamità. Nei giorni scorsi, a Piedilama, dopo aver avuto l’autorizzazione da parte di Aleandro Petrucci sindaco di Arquata, alcuni volontari di Ascoli insieme ai loro cani, hanno svolto il primo addestramento nel territorio Piceno. La Croce Rossa locale, infatti, si sta adoperando da tempo per dotarsi di una propria unità cinofila per essere pronta a far fronte in ogni eventuale situazioni di emergenza. Questo soprattutto grazie anche alla dedizione di alcuni volontari che dedicano il proprio tempo libero all’addestramento, insieme ai propri amici a quattro zampe. Durante il sisma del 2016 i volontari della Croce Rossa di Ascoli hanno potuto contare sull’aiuto dell’unità cinofila di Pesaro arrivata sul luogo proprio per dare supporto e che dotata di cani addestrati è riuscita ad identificare, in maniere più rapida ed efficace, persone che si trovavano sotto le macerie. «Qualche tempo fa abbiamo inviato una richiesta scritta al Comune di Arquata per avere l’autorizzazione a svolgere un allenamento dell’unità cinofila della Croce Rossa nel territorio del comune di Arquata del Tronto – spiega Cristiana Biancucci presidente della Croce Rossa di Ascoli – L’attività di addestramento consiste nella ricerca, da parte del binomio cane e conduttore, di figuranti nascosti, con lo scopo di esercitare il cane nell’individuazione di persone disperse durante una reale emergenza. L’unità cinofila ha già svolto la stessa attività nel comune di Castelsantangelo durante il mese di luglio». Per quanto concerne il cane, non esistono razze specifiche per poter accedere all’unità cinofila: sono tuttavia indispensabili un carattere equilibrato ed una buona tempra del cane, nonché alcune caratteristiche fisiche di base. Le unità cinofile sono costituite dall’indissolubile legame tra un uomo e il suo cane, fatto di affiatamento, reciproco intendersi al volo e agire d’intesa. «Se c’è una cosa che contraddistingue un volontario e una volontaria della Croce Rossa – conclude Biancucci – è la capacità di potersi adattare all’ambiente come alle situazioni impervie o difficili: la capacità di semplificare e di risolvere è nel nostro dna. Dare risposte in caso di emergenza e ripristinare l’equilibrio in caso di calamità. Non è facile essere sempre resilienti, ma abbiamo l’obbligo morale di educare le comunità ad esserlo partendo dalle nuove generazioni. L’emergenza c’è quando nessuno se l’aspetta, ma quando arriva dobbiamo essere pronto a rispondere in modo più positivo possibile».