Oggi le Associazioni di Volontariato Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), Croce Rossa Italiana e Misericordie, storicamente impegnate nel sistema di soccorso sui territori di tutta Italia, si sono date appuntamento in Piazza Montecitorio per chiedere al Governo un incontro e un confronto costruttivo sul sistema di emergenza urgenza 118/112. In piazza con i rappresentanti delle Associazioni sono state schierate simbolicamente anche tre ambulanze, quelle che rischiano di essere fermate insieme ai Volontari se non si terrà nella dovuta considerazione il ruolo fondamentale che svolgono.
Il Sistema di emergenza urgenza 118 /112 è, infatti, da settimane sotto i riflettori perché – secondo le Associazioni – si corre il rischio di rendere marginale se non di annullare il ruolo del volontariato, aumentando anche notevolmente i costi del servizio per le Regioni. Le associazioni ritengono che sia urgente aprire un tavolo di confronto con il Governo per migliorare, nell’interesse dei pazienti e di tutti i cittadini, un percorso di riforma del settore che tenga insieme tutte le professionalità. L’intento è quello di non cancellare l’apporto del volontariato dal sistema di emergenza urgenza 118/112 del quale le associazioni sono una delle componenti fondamentali.
“I Volontari italiani sono un capitale da non disperdere ma da rilanciare. Sviluppiamo coesione sociale e garantiamo nei momenti di emergenza un’assistenza capillare”, ha detto Fabrizio Pregliasco, Presidente di Anpas.
Sulla stessa linea il Presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca che ha sottolineato come non sia usuale per il Volontariato scendere in piazza, “ma siamo qui oggi perché c’è il serio rischio di disperdere un patrimonio nazionale del sistema di emergenza e soccorso, oltre a minacciare l’identità del volontariato che è da sempre presente in ogni emergenza di questo Paese. Il Governo ha il dovere di proteggerlo e valorizzarlo”.
Tra le possibili conseguenze della riforma del sistema, sollevate dalle tre Associazioni, c’è anche il notevole aumento della spesa pubblica come ha ribadito Alberto Corsinovi, rappresentante di Misericordie: “Riteniamo che non si debbano mettere le mani nelle tasche dei cittadini italiani per assicurare il sistema di emergenza che già, invece, funziona così com’è”.